L’ENIGMA
La soluzione proposta si basa sulle ipotesi già formulate dal celebre pompeianista Amedeo Maiuri, dal filologo tedesco Hildebrecht Hommel e dallo storico Heinz Hofmann. Ciò alla luce però di alcune nuove scoperte che rivelano scenari ancor più ampi di quelli immaginati dai precedenti studiosi, pur rimanendo sulla stessa linea interpretativa.
Cicerone riteneva che per dimostrare la propria arguzia si dovesse far uso innanzitutto dell’anfibologia, una figura retorica che consiste nell’uso di frasi ambigue, interpretabili in due modi diversi: per le parole, per il costrutto, o per i concetti espressi. Si tratta in pratica del nostro doppio senso.
L’espressione a doppio senso è apprezzata in sé e per sé, e moltissimo, come ho già detto, perché si crede che solo un uomo intelligente possa far acquistare ad una frase un significato diverso da quello che la maggioranza degli uomini le dà. (Cic. De oratore II 62)
Nel Quadrato l’uso dei palindromi e dei bifronte suggerisce proprio che ogni parola, come presenta due sensi di lettura, così offre doppie interpretazioni: quella di senso comune e quella traslata.
Secondo Aristotele, poi, quando in una frase troviamo una metafora particolarmente complessa o un termine esotico poco conosciuto, allora siamo in presenza di un vero e proprio enigma.
Per quanto riguarda il metodo di lettura, il Quadrato può essere letto sia riga per riga, στοιχηδόν, sia in senso bustrofedico, a zig zag, βουστροφηδόν.
Le soluzioni sono perciò più di una. Ma tutte possono essere riunite in un’unica, armonica, visione cosmologica.
In epoca medievale le lettere del cittogramma furono anche inserite in una griglia che ci ricorda l’antico grifo, cioè una domanda enigmatica che prevedeva più soluzioni, e il cui significato era quello di “nassa”, “rete da pesca” per intrappolare il lettore.
Il doppio metodo di lettura ci fornisce una giustificazione di tutte le forme nelle quali il Quadrato fu nei secoli rappresentato, perché esso è sempre comunque leggibile e dotato di contenuto semantico.
Per quanto riguarda il Quadrato Sator, esso è la trasformazione in chiave cristiana di un più antico enigma, il Quadrato Rotas, la cui origine deriva invece dalla visione cosmogonica pagana, come già Hommel e Hofmann avevano spiegato.
Nel Quadrato cristiano viene evidenziata la figura del SATOR, il Seminatore, posto in posizione elevata a dominare il Creato, immagine che rimanda alla parabola evangelica del Seminatore. Inoltre prende forza il simbolismo della croce formata dai due TENET.
Il Quadrato Sator appare inoltre come una versione semplificata del più complesso Rotas, che è arricchito da un simbolismo multiforme.
Abbiamo già detto che la presenza nel crittogramma di una parola, AREPO, indeclinabile permette di creare due costrutti grammaticali diversi.
SATOR – nominativo singolare
AREPO – accusativo singolare
TENET – verbo
OPERA – accusativo plurale
ROTAS – accusativo plurale
Se però leggiamo il Quadrato con la lettura bustrofedica, a zig zag, possiamo ottenere anche due frasi formate da un soggetto e da un complemento oggetto, rette entrambe dal verbo TENET.
SATOR – nominativo singolare
OPERA – accusativo plurale
TENET – verbo
AREPO – nominativo singolare
ROTAS – accusativo plurale
Vediamo i risultati:
IL QUADRATO SATOR
LETTURA RIGA PER RIGA
PROPRIA Il seminatore tiene la falce le opere le ruote |
. S A T O R A R E P O T E N E T O P E R A R O T A S |
TRASLATA Il Creatore tiene il Grande Carro le costellazioni le stelle |
Nella lettura letterale ci appare una frase di argomento agreste, ma, pur mantenendo le stesse identiche parole, il significato può essere traslato, ampliato, verso una visione astronomico-religiosa di valore universale.
Il Grande Carro – chiamato anche l’Aratro – è l’asterismo che anticamente nella sfera celeste rappresentava l’harpé, spada-falce degli dei.
Ciò è confermato dalla traduzione in greco bizantina che traduce AREPO con Aratro. Un aratro agricolo e l’Aratro/Grande Carro astronomico.
L’harpé era anche definita falce adamantina, perché fatta di adamante, mitico metallo che, secondo quanto racconta Platone nel Timeo, era costituito da una lega d’oro e carbonio.
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IL QUADRATO PAGANO ROTAS
LETTURA RIGA PER RIGA
PROPRIA Il seminatore tiene la falce le opere le ruote |
. R O T A S O P E R A T E N E T A R E P O S A T O R |
TRASLATA Giove tiene il Grande Carro le costellazioni le stelle |
È necessario ricordare che in latino non ha importanza la posizione delle singole parole all’interno della frase, perché il loro valore si comprende dalla desinenza. Quindi il soggetto può trovarsi anche alla fine della frase.
LETTURA BUSTROFEDICA
METAFORICA
(La falce di) Saturno (tenet) decide (rotas) i destini (sator) l’uomo (tenet) decide (opera) le sue azioni |
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Dio si prende cura del Creato come l’uomo si prende cura dei suoi campi |
Nella lettura bustrofedica AREPO è la costellazione del Grande Carro, la falce degli dei, simbolo del loro potere universale e quindi metafora di Dio.
Il seminatore agricolo è metafora dell’uomo comune che amorevolmente semina e si prende cura, sulla terra, dei suoi campi, proprio come la divinità, in cielo, crea e sostenta le opere universali.
Con la lettura bustrofedica il significato è identico a quello ottenuto nella lettura riga per riga.
Ma mentre nel primo caso il Quadrato pare sdoppiarsi verticalmente, nel secondo si estende attorno ad un asse orizzontale che passa attraverso TENET.
Potremmo dire che la differenza tra il Quadrato Sator e il Quadrato Rotas è che il primo si sviluppa in due dimensioni, l’altro occupa uno spazio a tre dimensioni.
La spiegazione ruota infatti su due assi: quello verticale nella lettura riga per riga e quello orizzontale nella lettura bustrofedica. Se poi tracciassimo un asse ideale che passa perpendicolarmente alla N centrale del Quadrato, unica tra le lettere, potremmo far ruotare progressivamente il crittogramma di 90° e gli vedremmo tracciare nello spazio un grande cerchio, proprio come il Grande Carro celeste ruota attorno al Polo. Quindi il Quadrato Rotas non è piano, ma si sviluppa nelle tre dimensioni dello spazio come una perfetta copia dell’universo in miniatura.
Il seminatore tiene la falce, le opere, le ruote. |
Il Creatore
tiene il Grande Carro, le costellazioni, le stelle. |
Dio
si prende cura
del Creato
—————-
come l’uomo
si prende cura
dei campi
Vediamo infine una lettura simbolica del Quadrato Rotas che va al di là del significato delle singole parole, e che tuttavia anticamente doveva essere del tutto chiara e di immediata visualizzazione.
Anche in questo caso TENET viene assunto come immaginario orizzonte.
LETTURA SIMBOLICA
Fuoco R O T A S (cielo – notte – buio – femminile – divinità)
Aria A R E P O sfera celeste
T E N E T orizzonte
Acqua O P E R A sfera terrestre
Terra S A T O R (terra – giorno – luce – maschile – uomo)
ROTAS – stelle – fuoco
AREPO – harpé – aria
OPERA – lavori agricoli – acqua
SATOR – seminatore – terra
Leggendo il Quadrato in questa chiave si può vedere rappresentato non solo un continuo parallelo fra la sfera celeste e quella terrestre, ma anche i quattro elementi, fuoco, aria, acqua e terra, cari ai pitagorici.
Il Quadrato è una specie di gioco educativo, il cui scopo era quello di allargare la visione semplicistica della lettura letterale in una più ampia e colta che comprendeva significati metaforici e traslati.
La maggior parte delle espressioni brillanti (αστεία) deriva dalle metafore e da una sorpresa ingannevole, perché per l’ascoltatore diventa più evidente il fatto d’aver imparato qualcosa quando la conclusione va contro le sue aspettative, ed è come se la sua mente dicesse: ”Com’è vero, mi sbagliavo!. (Ari. Rhet. III 1412a)
Il lettore meno colto si sarebbe fermato alla lettura letterale e forse avrebbe afferrato i significati simbolici abbastanza comuni nel mondo antico, come i quattro elementi pitagorici.
Il seminatore
tiene
la falce
le opere agricole
le ruote.
Una persona più acuta avrebbe compreso l’anfibologia, cioè i doppi significati delle parole, e le avrebbe trasferite dalla sfera terrestre a quella celeste, cogliendo il legame tra seminatore agricolo e Seminatore celeste.
Il Creatore
tiene
il Grande Carro
le costellazioni
le stelle.
Chi fosse dotato poi di cultura, sia letteraria che filosofica, avrebbe intuito la lettura bustrofedica ricca di metafore.
Dio
si prende cura
del Creato,
come l’uomo
si prende cura
dei suoi campi.
Infine solamente a una ristretta cerchia doveva essere riservata la comprensione dell’anagramma, abilmente criptato sotto le semplici apparenze di una frase di argomento bucolico.
Padre,
ti chiedo
il favore degli astri
e ti prego
per il pane quotidiano.
Il Quadrato presenta gradi di difficoltà che si susseguono in crescendo, passando da ciò che è più vicino alla sfera umana fino a raggiungere ciò che si trova negli strati più alti della sfera celeste, nell’ardito tentativo di avvicinarsi a Dio.
Si tratta di un percorso non solo squisitamente letterario, ma anche intellettuale, filosofico e religioso.
Il fine ultimo però era quello di ammaliare il lettore con la perfezione, caratteristica ritenuta divina.
Concludendo, dal punto di vista filosofico e religioso nel Quadrato Sator prevale la rappresentazione degli ideali del Cristianesimo, del quale è frutto, in un’epoca stimabile attorno al IV secolo. Mentre nel Quadrato Rotas confluiscono più teorie filosofiche – stoicismo, pitagorismo, dottrine platoniche e peripatetiche – in un’armoniosa commistione che è proprio la caratteristica principale dell’eclettismo. Corrente filosofica che fiorì in ambiente romano nel I secolo a.C., e nella quale Cicerone spicca come autore più rappresentativo.